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La religione può essere una benedizione, ma anche una maledizione.
I media spesso riportano notizie di conflitti tra gruppi religiosi nel mon-do. Alcuni affermano che il mondo sarebbe più pacifico se la religione
non ci fosse. Che cosa risponde a questa critica?
Le idolatrie che sono alla base di una religione, non la religio-ne! Ci sono idolatrie legate alla religione: l’idolatria dei soldi, delle
inimicizie, dello spazio superiore al tempo, la cupidigia della ter-ritorialità dello spazio. C’è una idolatria della conquista dello spa-zio, del dominio, che attacca le religioni come un virus maligno.
E l’idolatria è una finta di religione, è una religiosità sbagliata. Io la
chiamo «una trascendenza immanente», cioè una contraddizione.
Invece le religioni vere sono lo sviluppo della capacità che ha l’uomo
di trascendersi verso l’assoluto. Il fenomeno religioso è trascendente
e ha a che fare con la verità, la bellezza, la bontà e l’unità. Se non
c’è questa apertura, non c’è trascendenza, non c’è vera religione,
c’è idolatria. L’apertura alla trascendenza dunque non può assoluta-mente essere causa di terrorismo, perché questa apertura è sempre
unita alla ricerca della verità, della bellezza, della bontà e dell’unità.
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