une intervention qui n'a pas déçu et a été particulièrement applaudie, en s'exprimant sur l'enrichissement mutuel des deux formes du rit romain. Il précise en premier lieu que la communauté Saint Martin de laquelle il est issu a reçu avec une confiance filiale le Missel de 1969, parce que l'Eglise ne peut proposer que des choses bonnes. Il a poursuivi parlant de l'utilité du latin,que ce soit dans l'antique ou dans la nouvelle liturgie , comme un voile qui couvre le mystère, comme on ne devait pas toucher à mains nues l'Arche d'alliance. Il a également comparé la langue sacrée aux icconostases des orientaux, qui en masquant, manifeste mieux le sacrifice de l'Agneau céleste, fait incompréhensible et mystérieux comme l'est l'amour de Dieu pour l'homme.
Mystérieuse, transcendante et hiérarchique, tels sont les caractères essentiels de la liturgie antique . La réforme exprime au contraire une ecclesiologie sociale, communautaire et ministeriale de type augustinien. Liturgie relative au monde que celle-ci, liturgie absolue que celle-là.
Il a examiné la structure de l'offertoire et la structure prolectique de l'ancien rite, qui anticipe l'effet de la consécration qui le suit. Puis il a rappelé l'objet du sacrifice eucharistique, non du simple pain et vin, mais pain et vin transubstancié, Corps et Sang , Ame et Divinité de Notre Seigneur. L'offertoire explique opportunément ce que véritablement on offre au Pere, qui n'est pas seulement le fruit du travail des hommes.
Messain latino continue la publication de cette intervention en italien, je n'en ai traduit qu'un passage - je laisse le soin à d'autres intervenants du Forum de poursuivre, devant quitter mon portable à l'instant, en vous priant de m'en excuser
CM.
Suite:
Sulla participatio actuosa, ha ricordato come per il Santo Padre nella Sacramentum Caritaris realizza questa partecipazione col silenzio e la meditazione, con la raccolta partecipazione interiore che non richiede (anzi!) gesti e parole. Come dice Gesù: entra nella tua camera, chiudi la porta e prega il Padre nel segreto. Non con gesti più o meno (s)composti...
Nel nuovo rito, il Messale prevede due momenti di silenzio, dopo l'omelia e dopo la Comunione. Il primo, scriveva il card. Ratzinger, non è stata un'innovazione felice: i fedeli aspettano semplicemente che il celebrante si decida a riprendere a celebrare. Più appropriato quello dopo l'Eucarestia.
Il Messale antico potrebbe essere arricchito "discretamente" di alcune letture (ad es. il comune per le sante vergini e martiri, che si riducono a due letture). Il nuovo rito ha per contro ecceduto in senso opposto, perché una certa dose di ripetizione è fondamentale per consentire l'apprendimento e la memorizzazione dei fedeli. E' anche auspicabile che nell'antico Messale possano rientrare le feste dei nuovi santi. Ma con preghiere del proprio magari più asciutte e romanamente poco prolisse, e ancor più con un latino ben comprensibile (il che non avviene sempre, nel testo latino del nuovo messale).
Un musulmano ha detto: se credeste veramente alla Presenza Reale, vi prostrereste. Non è falso. Anche se la prostrazione sarebbe impraticabile (ed è riservata a casi particolari, come nelle ordinazioni), certo ripristinare la comunione in ginocchio e sulla bocca è quanto mai opportuno. Il nuovo Messale lo prevedrebbe, in effetti, ma ormai la prassi è tutta il contrario.
Ha infine concluso con le parole del card. Ratzinger, per cui in futuro dovrà esservi un unico rito, che integri le scelte più felici della riforma (nuovi prefazi, maggiori letture ma non troppe, un'oratio fidelium, ma dal testo fisso), ma saldamente ancorato nella Tradizione.