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Interview du cardinal Koch;le Pape est catholique et ne veut pas protestantiser l'Eglise
par Jean Kinzler 2016-11-04 07:57:53
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CARD. KOCH: PROTESTANTIZZAZIONE? NIENTE PAURA...IL PAPA E' CATTOLICO


CARD. KOCH: PROTESTANTIZZAZIONE? NIENTE PAURA…IL PAPA E’ CATTOLICO – di GIUSEPPE RUSCONI – www.rossoporpora.org – 29 ottobre 2016



Ampia intervista su Lund e dintorni al cardinale svizzero-tedesco, presidente del Pontificio Consiglio per l’Unità dei Cristiani. Si commemora la Riforma, non si festeggia. Le due facce di Lutero: può essere considerato come un riformatore ben intenzionato all’inizio, ma poi ha scritto cose orribili contro i contadini insorti e contro gli ebrei, che non avevano aderito come sperava alla nuova Chiesa. Con i luterani sono cresciute le differenze sul piano etico- antropologico, che hanno fatto irruzione nel dialogo ecumenico.



Nato a Emmenbrűcke (alle porte di Lucerna) il 15 marzo 1950, Kurt Koch è stato consacrato vescovo da Giovanni Paolo II in San Pietro nella festa dell’Epifania del 1996. Pastore della diocesi di Basilea (comprendente anche Lucerna), dal 2006 al 2010 è stato presidente della Conferenza episcopale svizzera. Molto attivo nel dialogo ecumenico e vicino al pensiero teologico di Benedetto XVI, è stato chiamato da quest’ultimo a Roma come successore del cardinale Walter Kasper alla testa del Pontificio Consiglio per l’Unità dei Cristiani, che implica anche la presidenza della Commissione per i Rapporti religiosi con l’Ebraismo. Dal 2013 accompagna gli slanci ecumenici di papa Francesco con il grande lavoro del suo dicastero: ad esempio un mese fa, a seguito della riunione a Chieti della commissione cattolico-ortodossa, è stato approvato un importante documento – atteso da un decennio – su primato e sinodalità. Ora però incombe un avvenimento di grande rilievo storico nel dialogo ecumenico: il viaggio papale a Lund per la commemorazione dei cinquecento anni della Riforma. Perplessità e critiche non mancano in fasce consistenti del mondo cattolico, che esprimono il timore che la presenza di Francesco confermi solennemente ciò che non pochi definiscono già una ‘protestantizzazione’ sciagurata della Chiesa cattolica.

Lunedì 10 ottobre siamo dunque saliti al quarto piano del palazzo di via della Conciliazione, dove ha sede il Pontificio Consiglio per l’Unità dei Cristiani. Lì ci attendeva, con la solita cortesia, il cardinale Koch, che ci ha rilasciato l’intervista che segue su Lund e dintorni. Il sessantaseienne presule svizzero-tedesco come sempre ha parlato con lingua chiara, condita a volte da quel tradizionale humour svizzero-tedesco che mira a sdrammatizzare la realtà in cui ci tocca vivere.



Eminenza, il 31 ottobre Francesco andrà a Lund per commemorare ufficialmente con i luterani il cinquecentesimo della Riforma protestante. E’ la prima volta nella storia che un Papa agisce in questo modo. Solo un gesto di grande amicizia o c’è qualcosa di più?

Prima di tutto va rilevato che si tratta della prima commemorazione storica della Riforma in età ecumenica. In precedenza tali commemorazioni erano confessionali, talvolta con toni un po’ trionfalisti. Oggi la situazione è cambiata, dopo cinquant’anni di dialogo ecumenico tra cattolici e luterani. Sono gli stessi luterani che hanno espresso il desiderio di commemorare insieme con noi l’avvenimento. E’ chiaro che è molto di più di un segno di amicizia: l’ecumenismo è anche scambio di doni, che anzi è il suo nucleo. Nessuna Chiesa è tanto povera da non poter dare un contributo alla bellezza del cristianesimo, a una sua maggiore unità. E nessuna Chiesa è così ricca da permettersi di non ricevere doni dalle altre.

Commemorazione per ricordare o anche per festeggiare?

In tedesco è difficile dire ‘festeggiare’, feiern. Nel documento fondamentale per la commemorazione comune emergono tre punti forti. Il primo è la gratitudine: il 2016-17 è anche il cinquantesimo anniversario del dialogo cattolico-luterano e grazie ad esso abbiamo potuto scoprire tutto ciò che è comune tra noi. Il secondo punto è il pentimento, la penitenza. Infatti la Riforma non ha portato soltanto un rinnovamento, ma anche la divisione, cui sono seguite le orribili guerre confessionali del XVI e del XVII secolo. Penso in particolare alla Guerra dei Trent’Anni tra il 1618 e il 1648, che ha fatto dell’Europa di allora un mare rosso di sangue. Come potremmo festeggiare questo? Il terzo punto è la speranza che la commemorazione possa apportare nuovi frutti per il dialogo. In sintesi è difficile dire festeggiare, meglio commemorare.

Il pastore valdese Paolo Ricca ha scritto tra l’altro: “Partecipare alla commemorazione significa, a mio parere, considerare la Riforma un evento positivo nella storia della Chiesa che ha fatto bene anche al cattolicesimo. La mia impressione è che lui (NdR: papa Francesco), in un modo che non saprei definire, si senta parte di quella porzione di cristianità che è nata dalla Riforma”…

Il primo punto sopra ricordato è quello della gratitudine, per tutto ciò che abbiamo riscoperto di comune tra noi. Ma poi non si può negare quanto è successo nella storia, con la divisione e l’uso della forza, della violenza, gli uni contro gli altri: e anche questo fa parte della commemorazione. Del resto proprio i valdesi hanno molto sofferto a causa dei cattolici e, a tale proposito, il Santo Padre ha chiesto scusa quando li ha incontrati a Torino.



MARTIN LUTERO: UNA PERSONALITA’ CONTROVERSA, CON LUCI E OMBRE CHE NON POSSIAMO NEGARE

Nell’ambito della commemorazione emerge naturalmente la figura di Martin Lutero. Da parte di vari gruppi cattolici - ad esempio dal mensile di apologetica cattolica “Il Timone” - sono state sollevate forti riserve sull’opportunità di rendere omaggio a un personaggio come il monaco agostiniano fondatore della Riforma…

Se commemoriamo la Riforma, non possiamo negare la storia, in cui Lutero ha assunto un ruolo molto importante…

Ruolo positivo?

Un ruolo complesso, a prescindere dalla sua volontà originaria.

Qual era la sua volontà originaria?

Non era quella di rompere l’unità e creare nuove Chiese. Ha detto papa Francesco - nella conferenza stampa in aereo di ritorno dall’Armenia - di credere che le intenzioni di Lutero non fossero sbagliate, erano quelle di un riformatore.



LE COLPE DELLA ROTTURA? DA AMBO LE PARTI

Ma come mai poi la situazione è degenerata?

Le colpe stanno da tutte e due le parti. Anche la Chiesa cattolica a quel tempo non era aperta al rinnovamento chiesto da Lutero, come già aveva evidenziato papa Adriano VI nel suo messaggio alla dieta di Norimberga del 1522-23, quando chiese scusa per il comportamento inammissibile della Curia Romana. D’altra parte Lutero si appoggiò talmente ai principi che si venne a creare una grande mescolanza di religione e politica con gravi sviluppi; non solo, ma non possiamo negare l’atteggiamento assolutamente inammissibile di Lutero verso i contadini (NdR: ‘Guerra dei contadini’, 1524-26, rivolta popolare per ragioni religiose ed economiche, duramente repressa, 300mila insorti, che Lutero chiamò “banditi di strada ed assassini” meritevoli di morte). Lutero ha poi scritto cose orribili contro gli ebrei…



LUTERO CONTRO GLI EBREI: PUO’ ESSERE LETTO COME UN ANTICIPATORE DELL’OLOCAUSTO

Ad esempio nell’opuscolo del 1543 “Degli ebrei e delle loro menzogne” si legge: “In primo luogo bisogna dar fuoco alle sinagoghe e scuole dei giudei. E ciò che non si può bruciare deve essere ricoperto di terra e sepolto, in modo che nessuno possa mai più vederne un sasso”…

Queste frasi possono essere lette come un’anticipazione dell’Olocausto. Penso che Lutero fosse convinto che gli ebrei entrassero nella nuova Chiesa,‘purificata’ e non riuscì mai a capire perché non lo fecero. Da tale constatazione il grande odio verso il popolo ebraico.

Eminenza, può dare allora un giudizio complessivo su Lutero?

Per dare una valutazione complessiva su Lutero, si deve però riconoscere che la sua intenzione originaria era incentrata sui modi di annunciare Dio, che si era manifestato attraverso la presenza di Cristo. In Lutero la questione di Dio e il Cristocentrismo del suo annuncio sono fondamentali e molto positivi: e noi cattolici abbiamo ancora da imparare su questi temi.

Ancora il pastore valdese Ricca ha rilevato che i frutti del dialogo ecumenico di questi cinquant’anni non sono esaltanti. Ad esempio la Dichiarazione congiunta di Augusta del 1999 sulla dottrina della giustificazione che non è stata così feconda di conseguenze positive perché per i protestanti la giustificazione (Dio salva, rende ‘giusti’ se l’uomo ha fede) è centrale, per i cattolici meno. Ha ragione?

La differenza sta in questo: alcuni luterani sostengono che la dottrina della giustificazione è l’unico fondamento e per i cattolici essa è un fondamento elementare e centrale. Nella stessa Dichiarazione congiunta di Augusta ci rende attenti sul fatto che le conseguenze ecclesiologiche non sono ancora definite: questa mi sembra una grande sfida per il futuro del dialogo. Perciò ho proposto di preparare una nuova Dichiarazione congiunta sulla Chiesa, l’Eucarestia, il Ministero. Se la proposta dovesse essere concretizzata, il passo in avanti verso l’unità sarebbe rilevante.



INTERCOMUNIONE IMPOSSIBILE SE NON C’E’ IL RICONOSCIMENTO DELLE FORME DI MINISTERO DELLE ALTRE CHIESE

Eucarestia… dunque anche il tema dell’intercomunione cattolico-luterana?

La Dichiarazione proposta riguarda tre temi: la Chiesa, l’Eucarestia, il Ministero. Se vogliamo trattare solo dell’Eucarestia, non possiamo arrivare a un risultato positivo. Prima dobbiamo chiarire i concetti di Chiesa e di Ministero. Per i cattolici il Ministero sacerdotale è il presupposto per celebrare l’Eucarestia. Penso che fin qui non l’abbiamo ancora approfondito e chiarito sufficientemente, nei rapporti con i luterani, i concetti sopra ricordati. Se non possiamo riconoscere le forme di Ministero delle altre Chiese, è impossibile permettere l’intercomunione.



LE DIFFERENZE SUL PIANO ETICO-ANTROPOLOGICO OSTACOLANO IL DIALOGO CON I LUTERANI

Rilevava Giovanni Paolo II il 6 giugno del 1989 davanti ai vescovi luterani di Danimarca: “Tuttavia esistono ancora, in tempi di dialogo ecumenico, dei grandi ostacoli”. A 27 anni di distanza gli ostacoli sono ancora grandi?

Ostacoli ce ne sono. Non a caso ho fatto la proposta di cui sopra. Sono convinto che possiamo approfondire anche le questioni aperte.

A considerare lo sviluppo della storia, con i protestanti abbiamo culturalmente rapporti assai stretti. Ma negli ultimi anni sono emerse molte differenze con loro, maggiori che con gli ortodossi, in materia di vita e di famiglia…

Con i protestanti in genere abbiamo una buona affinità culturale, più che con gli ortodossi; ma con gli ortodossi abbiamo maggiori affinità di fede. Per quanto riguarda i nostri rapporti dal punto di vista etico-antropologico, ci stiamo confrontando con sviluppo nuovi nel dialogo ecumenico, che oggi risente indubbiamente di molte tensioni a livello di concezioni etiche. Nell’ecumenismo degli Anni Ottanta si diceva che la fede divide e l’azione unisce. Oggi si può dire quasi il contrario: abbiamo approfondito molte questioni della fede, ma hanno fatto irruzione molte differenze sul piano etico, soprattutto in bioetica, famiglia, matrimonio, gender. Se noi cristiani non riusciamo in Europa a farci sentire con una sola voce su queste questioni fondamentali per la vita e la convivenza tra gli uomini, la conseguenza è che la voce del cristianesimo qui si indebolirà sempre più.

PROTESTANTIZZAZIONE DELLA CHIESA? NIENTE PAURA, PERCHE’ IL PAPA E’ CATTOLICO

Papa Francesco a Lund: temono alcuni gruppi cattolici che la sua presenza alla commemorazione della Riforma sia la conferma clamorosa della ‘protestantizzazione’ della Chiesa cattolica…

Se abbiamo fiducia nel Santo Padre, non possiamo nutrire questa paura. Perché il Papa è cattolico…

Concludiamo: il 2016 è stato un anno ricchissimo di gesti papali ‘ecumenici’ (e includiamo anche gli ebrei). Visita alla Sinagoga, incontro con Kirill, con gli anglicani, incontri durante i viaggi internazionali, incontri a Roma, Concilio panortodosso, commissione cattolico-ortodossa a Chieti, tra poco ci sarà Lund…. Ma tutto ciò ha portato frutti tangibili?

Fin qui è stato certamente un anno ecumenico intensissimo. Ha portato frutti molto importanti a livello di amicizia, ma anche nel dialogo teologico, come si è visto recentemente a Chieti, dopo dieci anni di attesa…

Eminenza, certo Le è richiesto un grande dispendio di energie…

Non è un lavoro facile, ma molto bello. Il Signore vuole l’unità. E io sono convinto che il vero ministro ecumenico non sono io, ma lo Spirito Santo. Io posso solo aiutare. Perciò in questo senso io posso dormire tranquillamente, perché so che lo Spirito Santo è sempre sveglio.



P.S. L’intervista appare in originale su www.rossoporpora.org e, in forma cartacea, nell’edizione del 29 ottobre 2016 del ‘‘Giornale del Popolo’, quotidiano cattolico della Svizzera italiana (inserto ‘Catholica’). Appare anche, in traduzione inglese, nel numero in uscita del mensile cattolico statunitense ‘Inside the Vatican’. Per la riproduzione di ogni sua parte si richiede la citazione della fonte. Per la riproduzione dell’intera intervista o di parti consistenti di essa si prega in ogni caso di chiedere l’autorizzazione a info@rossoporpora.org o a giusepperusconi1@gmail.com .

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CARD. KOCH: protestantisation? NO FEAR ... LE PAPE ET «LA CATHOLIQUE - GIUSEPPE RUSCONI - www.rossoporpora.org - Octobre 29, 2016



longue interview à propos de Lund et autour du cardinal suisse-allemand, président du Conseil pontifical pour la promotion de l'unité des chrétiens. Elle commémore la Réforme, pas célébrée. Les deux faces de Luther: peuvent être considérés comme un réformateur bien intentionné au début, mais ensuite écrit des choses horribles contre les paysans et les insurgés contre les Juifs, qui ne participent pas comme il l'espérait la nouvelle église. Avec les luthériens ont augmenté de différences sur plan éthique et anthropologique, qui ont éclaté dans le dialogue œcuménique.



Né à Emmenbrücke (juste à l' extérieur de Lucerne) 15 Mars, 1950, Kurt Koch a été consacré évêque par le pape Jean - Paul II à Saint - Pierre dans la fête de l'Epiphanie de 1996. Pasteur du diocèse de Bâle (incluant également Lucerne) 2006-2010 Il a été président de la Conférence des évêques suisses. Très actif dans le dialogue œcuménique et proche de la pensée théologique de Benoît XVI, a été nommé par lui à Rome , comme successeur au cardinal Walter Kasper à la tête du Conseil pontifical pour la promotion de l' unité des chrétiens, ce qui implique également la présidence de la Commission relations religieuses avec les Juifs. A partir de 2013 accompagne les impulsions de François œcuméniques avec la grande œuvre de son ministère: par exemple, il y a un mois, après la réunion de Chieti de la commission catholique-orthodoxe, a été approuvé un document important - attendu par une décennie - de la primauté et synodalité. Mais maintenant , il se profile un événement d' une grande importance historique dans le dialogue œcuménique: le voyage du pape à Lund pour la commémoration des cinq cents ans de la Réforme. Les doutes et les critiques ne manquent pas de segments importants du monde catholique, exprimant la crainte que la présence de Francis confirme solennellement ce que beaucoup appellent déjà une «protestantisation» misérable de l'Eglise catholique.

Du lundi, Octobre 10 , puis nous sommes allés jusqu'au quatrième étage de l'immeuble dans la Via della Conciliazione, où le siège du Conseil pontifical pour la promotion de l' unité des chrétiens. Il nous attend, avec la courtoisie habituelle, le cardinal Koch, qui nous a accordé l'interview qui suit à propos de Lund et ses environs. Le soixante-six prélat suisse-allemand , comme toujours parlé dans un langage clair, parfois surmonté par le traditionnel humour suisse-allemand qui cherche à jouer en bas de la réalité dans laquelle nous vivons.



Eminence 31 Octobre Francesco ira à Lund pour commémorer officiellement les luthériens le cinq centième de la Réforme protestante. Il la première fois dans l'histoire qu'un pape agit de cette façon. Seul un geste d'amitié, ou est-il quelque chose de plus?

Tout d'abord il convient de noter que ceci est la première commémoration historique de la Réforme de l'âge œcuménique. Auparavant, ces commémorations étaient confessionnaux, parfois dans des tons un peu triomphaliste. Aujourd'hui, la situation a changé, après cinquante ans de dialogue œcuménique entre catholiques et luthériens. Luthériens sont les mêmes qui ont exprimé le désir de commémorer ensemble avec nous l'incident. Il est clair qu'il est beaucoup plus qu'un signe d'amitié: Œcuménisme est également un échange de cadeaux, qui est en fait son noyau. Aucune Eglise est si pauvre qu'il ne peut pas apporter une contribution à la beauté du christianisme, à une plus grande unité. Et aucune église est si riche pour se permettre de ne pas recevoir des cadeaux des autres.

Commémoration à retenir ou même pour célébrer?

En allemand , il est difficile de dire «partie», feiern. Dans le document de base pour la commémoration commune a émergé trois points forts. La première est la reconnaissance : Le 2016-17 est aussi le cinquantième anniversaire du dialogue luthérien-catholique et grâce à elle , nous pourrions découvrir tout ce qui est commun entre nous. Le deuxième point est la repentance , la pénitence . En fait, la réforme n'a pas seulement apporté un renouveau, mais aussi la division, qui a été suivie par les guerres religieuses horribles des XVIe et XVIIe siècles. Je pense en particulier la guerre de Trente Ans entre 1618 et 1648, qui a fait de l' Europe alors une mer rouge de sang. Comment pourrions - nous célébrer cela? Le troisième point est l' espoir que la commémoration apportera de nouveaux fruits pour le dialogue. En résumé , il est difficile de dire célébrer , mieux commémorer.

pasteur vaudois Paolo Ricca a écrit entre autres: «Prendre part dans les moyens de commémoration, à mon avis, compte tenu de la Réforme un événement positif dans l'histoire de l'Eglise qui a également bien fait au catholicisme. Mon impression est qu'il (Ed: François), d'une manière que je ne pouvais définir, se sent une partie de cette partie du christianisme qui est né de la Réforme "...

Le premier point mentionné ci - dessus est celui de la gratitude pour tout ce que nous avons découvert en commun entre nous. Mais alors vous ne pouvez pas nier ce qui est arrivé dans l' histoire, avec la division et de l'utilisation de la force, la violence, les uns contre les autres , et cela fait partie de la commémoration. De plus précisément la Waldensian ont beaucoup souffert à cause des catholiques et, à cet égard, le Saint - Père excusé quand il les a rencontrés à Turin.



MARTIN LUTHER: UNE PERSONNALITÉ 'ISSUE AVEC LUMIERE ET OMBRE QUE NOUS NE POUVONS PAS REFUSER

Dans le cadre de la commémoration naturellement émerge la figure de Martin Luther. Par divers groupes catholiques - comme les apologétique catholique mensuels "Il Timone" - vous avez été élevé de fortes réserves sur l'opportunité de rendre hommage à un personnage tel que le fondateur augustinienne Monaco de la Réforme ...

Si nous commémorons la Réforme, nous ne pouvons pas nier l'histoire, où Luther a joué un rôle très important ...

rôle positif?

Un rôle complexe, quel que soit son intention initiale.

Quelle était votre intention initiale?

Il était de ne pas briser l'unité et de créer de nouvelles églises. Dit François - la conférence de presse dans l'air de retour de l'Arménie - à croire que les intentions de Luther étaient pas mal, ils étaient ceux d'un réformateur.



LES DEFAUTS DE BREAK? PAR LES DEUX PARTIES

Mais comme toujours la situation a empiré?

Les défauts sont des deux côtés. Même l'Eglise catholique à l'époque n'a pas été ouverte au renouvellement demandé par Luther, comme il l' avait déjà souligné le pape Adrien VI dans son message à la Diète de Nuremberg de 1522 à 1523, quand il a présenté ses excuses pour le comportement inacceptable de la Curie romaine. D'un autre côté Luther alors reposait sur les principes était de créer un grand mélange de religion et la politique avec des développements graves; non seulement cela , mais nous ne pouvons pas nier l' attitude absolument inadmissible envers les paysans Luther ( Note de l' éditeur: War 'Paysans' ', 1524-26, la révolte pour des raisons religieuses et économiques, sévèrement réprimés, 300 mille insurgés, que Luther appelait «bandits route et meurtriers "méritant la mort) . Luther a continué à écrire des choses horribles contre les Juifs ...



LUTHER CONTRE LES JUIFS: PEUT 'LIRE EN PLOMB L'HOLOCAUSTE

Par exemple dans la brochure 1543 "Parmi les Juifs et leurs mensonges» qu'il lit: "Vous devez d'abord mettre le feu aux synagogues et les écoles des Juifs. Et ce que vous ne pouvez pas brûler doit être recouvert de terre et enterré, de sorte que personne ne peut jamais voir une pierre "...

Ces phrases peuvent être lues comme une anticipation de l'Holocauste. Je pense que Luther était convaincu que les Juifs entraient la nouvelle église, «purifié» et ne pourrait jamais comprendre pourquoi ils ne l'ont pas. A partir de cette observation, la grande haine envers le peuple juif.

Eminence, il peut donner un jugement global de Luther?

Pour donner une évaluation globale de Luther, cependant, il faut reconnaître que son intention initiale était de se concentrer sur les moyens d'annoncer Dieu, qui se manifeste par la présence du Christ. Dans Luther la question de Dieu et le Christ-de son annonce sont fondamentales et très positive et nous, les catholiques ont encore à apprendre sur ces questions.

Toujours pasteur vaudois Rich a constaté que les fruits du dialogue œcuménique des cinquante dernières années ne sont pas excitant. Par exemple, la Déclaration commune Augsburg 1999 sur la doctrine de la justification qui n'a pas été aussi fructueuse des conséquences positives parce que la justification des protestants (Dieu sauve, rend «droit» si l'homme a la foi) est central pour les catholiques moins . Est-il vrai?

La différence réside en ceci: certains luthériens affirment que la doctrine de la justification est la seule fondation et pour les catholiques, il est une base élémentaire et intermédiaire. Dans la même déclaration commune Augusta, il nous rend attentifs au fait que les conséquences ecclésiologiques ne sont pas encore définies: cela me semble un grand défi pour l'avenir du dialogue. J'ai donc proposé de préparer une nouvelle déclaration commune sur l'Eglise, l'Eucharistie, le Ministère. Si la proposition devait être mis en œuvre, le pas en avant vers l'unité serait pertinente.



Intercommunion IMPOSSIBLE S'IL N'Y A 'LA RECONNAISSANCE DES FORMES DE MINISTERE DES AUTRES ÉGLISES

Eucharistie ... donc également le thème de l'inter-luthérienne-catholique?

La Déclaration proposée porte sur trois sujets: l'Eglise, l'Eucharistie, le Ministère. Si nous voulons juste pour traiter l'Eucharistie, nous ne pouvons pas arriver à un résultat positif. nous devons d'abord clarifier les concepts de l'Eglise et du ministère. Pour les catholiques, le ministère sacerdotal est une condition préalable pour célébrer l'Eucharistie. Je pense que jusqu'à présent, nous n'avons pas encore approfondi et clarifié suffisamment, dans les relations avec les luthériens, les concepts mentionnés ci-dessus. Si nous ne pouvons pas reconnaître les formes du ministère des autres églises, il est impossible de permettre à l'intercommunion.



DIVERGENCES SUR LE PLAN ÉTHIQUE-Antropológico entraver le DIALOGUE AVEC LUTHÉRIENS

Il a noté Jean-Paul II le 6 Juin 1989 à devant les évêques luthériens du Danemark: "Cependant, il y a encore, dans les temps de dialogue œcuméniques de grands obstacles." A 27 ans après les obstacles auxquels ils sont encore énormes?

il y a des obstacles. Pas un hasard si je fis la proposition susmentionnée. Je suis convaincu que nous pouvons également étudier les questions en suspens.

Pour tenir compte du développement de l'histoire, avec les protestants ont des relations culturellement très proches. Mais ces dernières années, il est apparu beaucoup de différences avec eux, plus avec les orthodoxes, en matière de vie et de la famille ...

Avec les protestants ont généralement un bon ajustement culturel, plutôt que par les orthodoxes; mais nous avons plus en commun avec la foi orthodoxe. En ce qui concerne nos relations du point de vue éthique et anthropologique, nous sommes confrontés à de nouveaux développement dans le dialogue œcuménique, qui souffre aujourd'hui sans aucun doute de nombreuses tensions au niveau des concepts éthiques. Œcuménisme des années quatre - vingt il a été dit que la foi divise et unit l'action. Aujourd'hui , nous pouvons dire presque le contraire: nous avons approfondi de nombreuses questions de la foi, mais a brisé de nombreuses différences pour des raisons éthiques, en particulier dans la bioéthique, la famille, le mariage, le sexe . Si nous , chrétiens , ne parviennent pas à l' Europe pour nous faire sentir d'une seule voix sur ces questions fondamentales de la vie et de la coexistence entre les hommes, la conséquence est que la voix du christianisme ici est toujours d' affaiblir davantage.

Protestantisation ÉGLISE? NO FEAR, POURQUOI 'LE PAPE ET «LA CATHOLIQUE

François à Lund: certains groupes catholiques craignent que sa présence lors de la commémoration de la Réforme est la confirmation éclatante de «protestantisation» de l'Eglise catholique ...

Si nous avons confiance dans le Saint-Père, nous ne pouvons pas nourrir cette peur. Parce que le pape est catholique ...

Nous concluons: 2016 a été une année riche de gestes du pape «œcuménique» (et nous incluons les Juifs). Visite de la synagogue, rencontre avec Kirill, avec les anglicans, réunions au cours de Voyage international, des réunions à Rome, le conseil pan-orthodoxe, la commission catholique-orthodoxe à Chieti, il y aura bientôt ... Lund. Mais tout cela a donné des résultats tangibles?

Jusqu'à présent, il était certainement une année oecuménique intense. Apporté des résultats très importants dans le niveau de l'amitié, mais aussi dans le dialogue théologique, comme vu récemment à Chieti, après dix ans d'attente ...

Eminence, bien sûr, il est nécessaire de beaucoup d'énergie ...

Il est pas une tâche facile, mais très agréable. Le Seigneur veut que l'unité. Et je suis convaincu que le vrai ministre œcuménique est pas moi, mais le Saint-Esprit. Je ne peux aider. Donc, en ce sens, je peux dormir tranquille, parce que je sais que l'Esprit Saint est toujours éveillé.



PS L'interview apparaît dans l'original de www.rossoporpora.org et, sur le papier, édition du 29 Octobre 2016 '' Giornale del Popolo », journal catholique de la Suisse italienne (insert 'Catholica'). Il apparaît également, dans la traduction anglaise, le numéro sortant du magazine mensuel américain catholique Inside the Vatican ». Pour jouer une partie est nécessaire si la référence source. Pour la lecture de l'intégralité de l' interview ou une grande partie de celui - ci s'il vous plaît , en tout cas pour demander la permission de info@rossoporpora.org~~V ou giusepperusconi1@gmail.com .

     

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