Un prete "tutor" e Eucarestia solo a Pasqua: sono i due elementi più importanti della "via discretionis", il percorso di riavvicinamento dei divorziati alla Chiesa allo studio in Vaticano.
La proposta, avanzata come riferisce Repubblica al seminario internazionale del Pontificio Consiglio per la Famiglia in vista del prossimo Sinodo, mira a far accedere i divorziati-risposati ai sacramenti, dopo quello che viene definito un "percorso penitenziale". Secondo i teologi che ne hanno parlato non rappresenterebbe "un cedimento, ma il riconoscimento di un nuovo inizio", in linea con quanto detto qualche mese fa da Papa Francesco, che chiese di "trovare soluzioni concrete a tante difficoltà e innumerevoli sfide che le famiglie devono affrontare".
Il percorso di pentimento - Secondo l'ipotesi della "Via discretionis", ogni diocesi incaricherà un prete di seguire esclusivamente i casi dei divorziati che hanno richiesto di riaccedere al sacramento dell'Eucarestia, eventualmente affiancato da una équipe esperti. Verificate le intenzioni e le motivazioni della coppia, il prete potrà chiedere la nullità matrimoniale, inviando la coppia al tribunale ecclesiastico. Se ne mancano i presupposti, inizierà il percorso penitenziale per prendere coscienza del "fallimento del matrimonio, di aver tradito un comando del Signore" per poi "riconciliarsi con il proprio passato", magari con un momento "pubblico", da celebrare di fronte alla comunità cristiana.
L'Eucarestia - La riammissione ai sacramenti, qui il dibattito è apertissimo, "potrebbe essere piena o anche parziale", magari limitato alla Pasqua.
I risposati -Sulle seconde nozze, escluso dai teologi il riconoscimento come sacramento, si fa strada però la posizione di chi sottolinea "l'alto valore umano e spirituale del nuovo legame". A ottobre l'ultima parola del Sinodo.liberoquotidiano.it
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