Retour en 1978: la nouvelle Ostpolitik par New Catholic 2014-03-18 17:22:53 |
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Tout ce pontificat c'est un curieux retour en arrière aux positions d'avant le conclave de Jean Paul II...
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Une nouvelle Ostpolitik, cette fois avec la Chine:
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Il Vaticano, con Parolin e la Comunità di Sant'Egidio, riapre il dossier Cina
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di Antonino D'Anna
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Dopo i “falchi” dell'era ratzingeriana, la Santa Sede prova a riallacciare i contatti con la Cina nella speranza di arrivare ad un modus vivendi con Pechino, che ha espulso i missionari cattolici nel 1951. Secondo i rumors che circolano Oltretevere in questi giorni, il dossier Cina sarebbe stato ripreso in mano dal Segretario di Stato cardinale Pietro Parolin, riavviando una serie di contatti che si erano di fatto azzerati dopo il 2007, sotto il papato di Benedetto XVI. Al tempo, infatti, la Segreteria guidata da Tarcisio Bertone, predecessore di Parolin, avrebbe ceduto alle pressioni dei “falchi” rappresentati da Joseph Zen Ze-Kiun, arcivescovo emerito di Hong Kong fautore della “linea dura” con Pechino, che dai tardi anni '50 perseguita la Chiesa cattolica clandestina rimasta fedele a Roma (accusata di essere asservita al Papa, considerato un Capo di Stato nemico) e mantiene una “chiesa” acefala quale l'Associazione Patriottica, dipendente dal governo cinese.
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Il rapporto tra Vaticano e Cina è sempre stato altalenante, con periodi di dialogo e tentativi di collaborazione seguiti da periodi in cui la persecuzione contro i sacerdoti e vescovi clandestini si incrudelisce: spesso vengono arrestati e incarcerati senza processo, oppure venivano avviati ai laogai, i gulag cinesi che adesso il governo di Pechino ha promesso di chiudere.
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L'accusa di fondo che i cinesi muovono alla Chiesa cattolica è quella di supportare Taiwan come nazione autonoma, mentre invece la Cina ritiene l'isola alla stregua di una provincia ribelle. È per questo che dal 1972 a Taiwan non viene nominato un Nunzio papale, e da tempo Roma ha offerto a Pechino di aprire una sede diplomatica, rinunciando alla Nunziatura di Taiwan. Parolin, che dai primi anni Duemila ha gestito anche i rapporti col Vietnam arrivando a una soluzione mediata (Roma presenta ad Hanoi i candidati vescovi, e il governo vietnamita esprime o meno il suo gradimento) già nel 2005, secondo i cablo di Wikileaks, aveva cercato di fare la stessa offerta a Pechino: ma la successiva scelta del “falco” Zen avrebbe azzoppato l'accordo, con una netta chiusura nel 2007. Poi nel 2009 Parolin era stato inviato come Nunzio in Venezuela. Adesso sta ricominciando daccapo.
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In quest'operazione Parolin non è solo. Il Segretario di Stato, che già nell'estate 2005 era vicino a chiudere un accordo con Pechino, poi clamorosamente sfumato, ha una “diplomazia parallela” nella Comunità di Sant'Egidio. Che da decenni svolge in Cina un lavoro discreto ma presente nel tentativo di facilitare il dialogo tra le due parti. In tutto questo, dalla Segreteria, si dice, sarebbe venuto un forte invito a tutte quelle realtà che si occupano di Cina in ambito cattolico a lasciare libero il campo alla Santa Sede mantenendo il clima il più tranquillo possibile proprio per favorire l'incontro con i cinesi e la trattativa. Nella massima riservatezza.
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